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La potenza di Wonder, il libro per ragazzi che tutti dovrebbero leggere

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Wonder di J R. Palacio mi ha divertito, appassionato, coinvolto, commosso. E’ un libro che tutti i genitori dovrebbero leggere e che dovrebbero far leggere anche ai propri figli, appena saranno in grado di capirlo. Affronta un tema delicatissimo – la storia di Auggie, un bambino di 10 anni nato deforme a causa di una malattia rara – ma lo fa con ironia e leggerezza. E’ un libro potente che ti entra nell’anima e ti insegna tanto sull’amore, sul rispetto e su ciò che spesso abbiamo paura di vedere. Lo fa, raccontando la storia non solo dal punto di vista del bambino protagonista, ma anche della sorella maggiore e degli amici. Ognuno con il suo punto di vista, ognuno con le sue difficoltà, ognuno con le sue ragioni. E insegna a scegliere la gentilezza, come strada vincente: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”.

Wonder
Wonder

Non voglio svelarvi troppo sulla trama per lasciare a voi lettori la gioia di scoprirla piano piano.

Vi racconterò solo che anche mia figlia Gemma, di tre anni, era incuriosita da questo libro. Tutte le volte che lo prendevo in mano per leggerlo mi chiedeva cosa fosse, voleva vederlo e sapere di cosa parlasse. Così ho iniziato a raccontarle di questo bambino ‘speciale’ che ha la bua al viso e tutti i compagni di classe lo prendono in giro. Ha iniziato a farmi tante domande e anche se non potevo ancora leggerglielo, le ho raccontato di questo bambino così forte e coraggioso.

L’autrice è R.J.Palacio pseudonimo di Raquel Jaramillo, editor del settore ragazzi nella casa editrice Workman Publishing e grafica alla casa editrice Holt che ha disegnato copertine per i libri di tantissimi autori. Il suo primo romanzo, Wonder, è diventato un bestseller mondiale e ha dato vita a un film con Julia Roberts che uscirà in Italia nel 2018.

Wonder
Wonder

Il libro, come ha raccontato lei stessa in un’intervista, nasce da un episodio realmente accaduto:

“Un giorno ero seduta su una panchina con i miei due figli e ho visto passare una bambina che aveva evidentemente la sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia ereditaria che colpisce le fattezze di una persona lasciando inalterato tutto il resto. Ciò che mi ha colpito non è stata la ragazzina, ma la mia reazione: sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando, come aveva fatto alla festa di Halloween. Mi sono alzata di scatto, come punta da una vespa, ho chiamato l’altro figlio e mi sono allontanata di corsa. Alle mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che, con voce molto calma, diceva: ‘Forse è ora di tornare a casa’. Mi sono sentita un verme e non sono riuscita a dimenticare questa esperienza”.

Silvia Mastrorilli (Firenze, 28 aprile 2017)
@Silvia80Silvia

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